Laura Lanza, baronessa di Carini: Il femminicidio più celebre della storia

Articolo dell’Architetto Enzo Antonuccio.

La storia di Laura Lanza di Trabia è stata oggetto di studi e di ricerche, di canzoni popolari, di folclore, di romanzi. Il suo “mito” vive da oltre 500 anni e fa ancora oggi parlare di sé perché è diventata, nell’immaginario collettivo universale, l’archetipo del tradimento, dell’amore consumato in gran segreto, contro la volontà del “padre-padrone”. Ne stiamo parlando ancora in occasione della pubblicazione del romanzo di Sandy Di Natale e Vito Badalamenti (due anime che si fondono in un’unica identità: Sikelia) dal titolo emblematico: Laura L……

Ho avuto modo di conoscere la passione di Sandy Di Natale quando, in qualità di segretario regionale del Nuovo PSI della Sicilia, le diedi l’incarico di Coordinatrice regionale delle Pari Opportunità, in un momento in cui i femminicidi iniziarono ad essere un grave problema sociale ma prima ancora culturale. Assieme ci siamo interrogati se i mezzi di comunicazione, ingenerando una inevitabile concorrenza finalizzata a rendere la stessa informazione quanto più sensazionale possibile e arricchendo la notizia di “effetti” speciali attraverso le tecniche proprie dello spettacolo, non stessero speculando su questo tragico fenomeno per riempire gli scatoloni dei talk show. E in tal senso ci siamo attivati.
Quando, in occasione del convegno del 28 aprile 2017, presso la Mondadori di Palermo, sul tema “Rifugio delle arti complici”, da noi organizzato, i quattro protagonisti del libro si conobbero, direi per puro caso, non potevo certo immaginare che i loro destini si sarebbero uniti in un unico desiderio di ricerca di verità.

La sicilianità della drammatica storia di Laura Lanza di Trabia diventa nella narrazione del libro tutt’uno con le ricerche di Ciccio Randazzo. Tra le pagine di questo romanzo avvincente, prende vita un personaggio misterioso che nasce a Messina come Michelangelo Florio e muore in arte come William Shakespeare. Ciccio Randazzo basandosi sugli studi del Iuvara .. arriverà a delle interessanti comparazioni … innescando nei personaggi profonde riflessioni e veri e propri colpi di scena.
Le due storie si intrecciano grazie, anche, alla passione dalla quale Sandy e Stefano, divenuti personaggi, si lasciano trasportare verso un mondo remoto che vivono, straordinariamente, nel presente cercando fugaci incontri o un impossibile oblio in qualche avventuroso viaggio nel tempo. Ma Laura e Ludovico non sono soltanto due tenerissimi amanti; sono anche due spiriti eletti, alieni da ogni viltà e perciò condannati a soffrire ed a soccombere al tradimento altrui.

Dalla storia raccontata, che ha colpito, e colpisce ancora perché simbolo di un amore “impossibile”, vengono fuori i loro reali ritratti: il prof Randazzo scrupoloso ricercatore e cultore di Storia Patria; Sandy e Stefano passionari impregnati d’arte.
L’autore riesce in questo libro, a metà tra il romanzo e la raccolta documentaria, a dare un’immagine chiara della Sicilia del ‘500, con la quale il lettore può identificare molti tratti odierni che però solo siciliani non sono!
Vi è un incontro inedito con se stessi o, tutt’al più, con tracce di un passato che aleggia nel presente come un fantasma, manifestandosi agli occhi del lettore e seducendolo accendendo in lui un desiderio ulteriore di “vedere” Sana Cheema, 25 anni, pakistana, che viveva da quando era piccola a Brescia, dove aveva studiato e si stava costruendo una vita, è stata sgozzata dal padre e dal fratello perché si era innamorata di un ragazzo italiano e aveva intenzione di sposarlo. Tanti moderni Don Cesare Lanza! Come lui sono convinti di essere i padroni della vita delle “loro” donne e quindi in diritto di disporre a loro esclusivo interesse o piacere.

Eppure, riallacciandomi alla questione del fenomeno di femminicidi, una domanda sorge spontanea: ad oggi, quante “Laura Lanza di Trabia” ci sono ancora in giro nel mondo? Insomma, uno spunto per riflettere sul fatto che è necessario l’esistenza dialogica: è la dimensione relazionale con l’altro che costituisce ontologicamente l’esistere dell’uomo e garantisce l’autenticità dell’incontro con l’altro. L’ascoltare l’altro diventa un punto di partenza educativa dalla quale muovere per riabilitare sentimenti come rispetto, sofferenza, indignazione, vergogna, pudore.
Sono, forse, questi i sentimenti (come altri) che emergono dalla lettura del libro. La ricostruzione storica del «Caso della Baronessa di Carini» è molto vicina alla verità.

La ricostruzione-ricerca “innovativa” fatta dall’autore è un grande atto di amore verso i valori che in essa intente onorare, consegnati ad una società frastornata, distratta, invasa dalle apparenze e dai rumori, tesa ad “addomesticare”, ad “assopire”, che deve, per forza, interrogarsi, ripensarsi ed emozionare. Il ritrovamento del sarcofago o delle tombe La Grua potrebbe dare una svolta di verità a quanto fin’ora si è tramandato come “cuntu”.
Il mio, il nostro auspicio, è che questo libro possa convincere della bontà dei dubbi sollevati, chi potrebbe materialmente sostenere la ricerca storica-archeologica quale motivatore essenziale della creatività che, a sua volta, riveste un ruolo significativo nella definizione di un’economia innovativa, basata sul sapere. Le industrie creative, tra cui l’archeologia, l’architettura, l’artigianato, la progettazione, l’editoria e la musica, recano un grande potenziale per la creazione di ricchezza e posti di lavoro basati sulla proprietà intellettuale.
Condivido, infatti, pienamente le ipotesi sostenute nel libro secondo le quali i componenti della famiglia La Grua non possono che avere avuto sepoltura in una delle chiese che si trovavano dentro le mura del paese, soprattutto la chiesa del Carmine, fatta erigere proprio da Don Vincenzo La Grua, in considerazione del fatto che la salma del nobile, nel cristianesimo, in attesa della resurrezione finale, che sarà anche resurrezione della carne, veniva collocata in un luogo benedetto, nei pressi della tomba di un Santo, su cui veniva eretta una chiesa.

Articolo dell’Architetto Enzo Antonuccio.
Fonte: Ecco il link.