Catania: Dal “Labirinto” a Villa Bellini – Storia, cultura e nostalgia

Chiunque abbia radici a Catania sicuramente conosce il luogo incantato noto come “A’ Villa,” ma forse non tutti conoscono la sua affascinante storia. Inizialmente chiamato Labirinto, questo gioiello verde deve la sua esistenza al nobile Ignazio Paternò Castello V, principe di Biscari. Fu lui a concepire un’opera straordinaria, creando un labirinto attraverso l’arte delle siepi strutturate. Questo intricato dedalo verde divenne noto come il Labirinto e fu testimone dei giorni splendenti sotto la guida del principe.

Tuttavia, il destino del Labirinto cambiò drammaticamente dopo la morte di Ignazio Paternò Castello V nel 1786. Il giardino fu abbandonato, come se il suo incanto fosse destinato a svanire con il respiro del principe.

Il rinascimento di Villa Bellini: un dono per la città

Ma come spesso accade nelle storie di luoghi magici, la fortuna del labirinto si risvegliò. Nel 1854, Anna Moncada Paternò Castello, erede del principe, vendette il Labirinto al Comune di Catania per la considerevole somma di lire 106.473, un tesoro in quel periodo. Fu in quel momento che il giardino fu ribattezzato Villa Bellini, in onore del celebre compositore Vincenzo Bellini, nativo di Catania.

L’epoca d’oro di Villa Bellini: Il giardino pubblico

Il 1883 segnò un’altra tappa cruciale nella storia di Villa Bellini. In quell’anno, il giardino fu aperto al pubblico, diventando presto un rifugio verde per le famiglie catanesi. I bambini giocavano tra i suoi sentieri mentre gli adulti ammiravano la bellezza che li circondava.

Oltre al maestoso piazzale, Villa Bellini si arricchì di altri tesori. Il chiosco Cinese aggiunse un tocco esotico, il viale degli uomini Illustri celebrò le menti eminenti della città, e un giardino zoologico portò un brivido di avventura con voliere, cigni eleganti, rettili nelle gabbie, scimmie giocoliere e persino un elefante.

La trasformazione e la nostalgia: “A Villa” oggi

Tuttavia, il tempo non è gentile con nessun giardino. Oggi, molte di queste strutture affascinanti non esistono più. Il Chiosco Cinese ha ceduto il passo al vento del cambiamento, le voliere e la vasca dei cigni sono diventate ricordi lontani, e l’elefante è scomparso dagli sguardi curiosi.

Nonostante ciò, Villa Bellini, con il suo fascino etneo, rimane una delle gemme verdi più amate d’Europa. Per i catanesi, “A’ Villa” non è solo un giardino pubblico, ma un luogo intriso di storia, cultura e nostalgia. La maestosità dell’Etna che si staglia sullo sfondo aggiunge un tocco di magia che continua ad affascinare residenti e visitatori.

Fonte: Pippo Costanzo detto Cancilleri.