Nel 1904, mentre l’Italia si trovava a fronteggiare gli aumenti costanti del pane, un uomo visionario e determinato decise di cambiare il destino della sua città natale. Il sindaco di Catania, Giuseppe De Felice, intraprese un esperimento sociale senza precedenti, dando vita al primo panificio municipale d’Italia.
La decisione di De Felice di affrontare direttamente i continui aumenti del pane da parte dei panificatori locali dimostra il suo impegno senza riserve per il benessere della comunità catanese. Il sindaco si mise al lavoro per realizzare un panificio municipale che non fosse solo un luogo di produzione di pane, ma anche un esempio di igiene, qualità e accessibilità per tutti.
Il panificio, con i suoi 500 fornai impegnati e la produzione massiccia di 60.000 chili di pane al giorno, divenne presto una fucina di prosperità per la città. I catanesi poterono godere per alcuni anni del privilegio di avere il miglior pane non solo d’Italia ma di tutta Europa, a prezzi che facevano del cibo di base una risorsa accessibile per tutti.
La chiusura del panificio nel 1906 rappresentò un colpo amaro per la città. Alcuni politici nazionali, temendo che la prosperità catanese potesse sfidare il sistema esistente, forzarono la fine dell’esperimento di successo. La decisione di chiudere il panificio municipale rappresentò non solo la fine di un’era di abbondanza ma anche un duro colpo all’idea di equità economica e accessibilità per tutti.
Uno dei cittadini più delusi fu lo scrittore Nino Martoglio, che attribuì la colpa al prefetto di Catania. In un atto di protesta e critica, scrisse una satira pungente, intitolata “Siti d’averu chiddu ca si dici, la vera effigi di lu nannalau” (Siete davvero quello che si dice, il vero ritratto di un imbecille), mettendo in luce la sua delusione nei confronti di un sistema che poteva soffocare una iniziativa così positiva.
La storia del primo panificio d’Italia a Catania rimane un racconto avvincente di speranza, prosperità momentanea e tragedia politica. Un capitolo della storia italiana che ci ricorda quanto sia importante difendere le iniziative locali che cercano di migliorare la vita di tutti, senza lasciarsi sopraffare dagli interessi politici a più ampio raggio.
Fonte: Pippo Costanzo detto “Cancilleri”
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