L’origine del nome è legato alla tradizione religiosa. Tre fratelli, Alfio, Filadelfo e Cirino, furono, nel 253 d.C., deportati in Sicilia per essere qui martirizzati. Durante il loro viaggio verso Lentini, attraversando il luogo dove oggi sorge Sant’Alfio avvenne il cosiddetto “miracolo della trave“: un improvviso vento si scatenò violento al loro passaggio, scagliando via la trave che portavano sulle spalle. Il paese di Sant’Alfio dedica la prima domenica di maggio al festeggiamento dei suoi santi patroni Alfio, Filadelfo e Cirino con intense cerimonie religiose.
Sant’Alfio si trova in una posizione ideale a cavallo fra la montagna ed il mare a circa 550 metri di altitudine. Il paese si raggiunge in pochi minuti dal casello autostradale di Giarre. Per chi ama le vacanze in campagna, ma non vuole rinunciare al mare, da Sant’Alfio si raggiungono in venti minuti d’auto le spiagge di Fondachello e Marina di Cottone ed in 30 minuti Giardini Naxos. Riservandosi il piacere, dopo il bagno di tornare nella tranquilla frescura della collina etnea.
Il paese è inoltre facilmente raggiungibile durante il Gran Tour dell’Etna, seguendo da Linguaglossa la strada provinciale che si inerpica sui pendii del vulcano in direzione di Fornazzo e Milo. Si attraversano così noccioleti rigogliosi, costellati da vecchie case rurali, sino ad incontrare la deviazione segnalata per Sant’Alfio ed il Castagno dei Cento Cavalli, che costituisce il grande richiamo naturalistico del territorio di Sant’Alfio, la sua età è stimata tra i 2000 e i 4000 anni. E’ considerato l’albero più antico e più grande d’Europa. Il nome è legato alla tradizione secondo cui, sotto le sue enormi chiome, durante un temporale trovarono piacevole riparo la regina Giovanna d’Aragona e il suo seguito di cento cavalieri. Cantato e descritto da numerosi viaggiatori e studiosi nel ‘700 e nell’800, il Castagno è oggi meta di visitatori di tutto il mondo oltre che di botanici per i quali costituisce interessante oggetto di studio.
La cittadina, le cui origini risalgono alla fine del ‘600, mantiene pressochè inalterato il centro storico che, segnato da vie anguste su cui si ergono i palazzi più importanti, si impernia sulla piazza Duomo. Di notevole interesse naturalistico il Bosco Cerrita ove si evidenzia la presenza del Cerro (quercus cerris) che è unica sull’Etna. Più in alto troviamo piante tipicamente pioniere quali il Pino laricio, la valeriana e il romice. Ed ancora nella zona circostante il Rifugio Citelli ed i monti Sartorius si può ammirare la betulla bianca dell’Etna.
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