Le origini di questa cittadina, che conta circa cinquanta mila abitanti, risalgono all’epoca precedente ai greci. L’antico nome era Ibla Mayor e il suo territorio situato alle pendici sudoccidentali dell’Etna, conserva numerose testimonianze archeologiche.
Tutta la città è racchiusa in una conca delimitata dal preistorico vulcano. Una buona parte del territorio ricade nel bacino idrografico del fiume Simeto e numerose sono le sorgenti idriche: tra le più importanti quella di Currone, Monafria e Maimonide. Nella zona nordoccidentale si trova un sito di interesse naturalistico, le Salinelle, vulcani in miniatura dai quali sgorga il fango. Simbolo della cittadina è il castello normanno, che si trova sulla collina. Al piano terra del castello si trovano il magazzino delle derrate, la stanza delle guardie, la prigione e la piccola cappella di San Giovanni. Al primo piano, la sala d’armi e tre stanze adibite a dimora del castellano. Al secondo piano, la maestosa stanza di rappresentanza, sede della signoria e della corte, in cui spiccano due grandi bifore che si aprono da un lato sulla valle del Simeto e dall’altra sul vulcano Etna. Dalla sala di rappresentanza si accede alla terrazza da cui si può osservare la città e la pianura catanese
I più importanti monumenti si trovano proprio in questa zona, la cosiddetta “Collina storica“, che rappresenta il nucleo originario di paternò. È qui che sono stati eretti la chiesa madre di epoca normanna, intitolata a santa Maria dell’Alto il complesso di san Francesco del 1346, in stile gotico, e la chiesa di Cristo al Monte del XVIII secolo. Tra le architetture civili, segnaliamo l’ex palazzo Alessi del 1787 che si trova nel quartiere di San Biagio ed è oggi sede del municipio, e Palazzo Moncada costruito nel 1627, che sorge ai piedi della “Collina storica” addossato alla porta del borgo, i cui interni sono ricchi di affreschi e stucchi settecenteschi. Del settecentesco Palazzo Las Casas, che fu residenza di una nobile famiglia di origine spagnola, rimane solo un portale con elementi architettonici interessanti. La città era dotata di nove porte normanne, ma oggi ne sono rimaste solo tre: la porta del Borgo, la porta Lentini, e la porta della Ballottola.
C’è anche una torre medievale, detta dei Falconieri, che dal XVII secolo funge da torre campanaria della chiesa della Madonna dell’itria . Numerose le altre chiese presenti in città. Tra le altre, incastonata nell’antico quartiere Gancia si trova la chiesetta il di Santa Maria della valle di Josaphat. Particolare il cimitero monumentale. Da alcuni anni viene proposta con successo la sagra della rana, che si tiene in piazza Umberto a settembre. Si avrà l’occasione di degustare piatti tipici a base di rana, molto rari in Sicilia.
Fonte: Il Giro della Sicilia in 501 Luoghi – L’isola come non l’avete mai vista. (Enzo Di Pasquale)
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