Il Monastero di San Nicolò l’Arena: Il complesso tra i più grandi d’Europa

A non più di 10 minuti a piedi dal Duomo di Catania si trova il Monastero di San Nicolò l’Arena, gioiello del tardo barocco siciliano e complesso benedettino tra i più grandi d’Europa. L’edificio monastico, che nasce nel ‘500 e si sviluppa fino ai giorni nostri, è un esempio di integrazione architettonica tra le epoche: contraddistinto da molteplici trasformazioni oggi è patrimonio mondiale dell’Unesco. Sede del DiSUM (dipartimento di Scienze Umanistiche) dell’Università degli Studi di Catania, custodisce al suo interno una domus romana, i chiostri e uno splendido giardino pensile.

Il Monastero dei Benedettini di Catania si presenta agli occhi dei visitatori come un gioiello del tardo barocco siciliano. Il plesso viene fondato dai monaci cassinesi nel 1558. Sconvolto da calamità naturali, distrutto e ricostruito, il Monastero è esempio di integrazioni tra le epoche storiche. Visitandolo si possono leggere, come in un libro aperto,  i cambiamenti subiti a causa della colata lavica prima e del terremoto dopo, ma anche degli usi civili a cui viene destinato subito dopo l’Unità d’Italia.

Una delle più grandi di tutta la Sicilia, la chiesa di San Nicolò ha una storia lunga e travagliata. L’impianto originale risalirebbe alla fine del Cinquecento, ma la colata lavica del 1669 prima, e il terremoto del 1693 poi, la distrussero completamente. Su progetto di Giovanni Battista Contini, nel 1687 furono iniziati i lavori, sospesi per un ventennio a causa del terremoto, e poi ripresi nel Settecento, prima ad opera dell’architetto Amato, in seguito di Francesco Battaglia, e alla fine di Stefano Ittar, che nel 1780 completò la grande cupola (alta 62 metri), mentre la facciata rimase incompleta.

La chiesa, confiscata nel 1866 dal governo unitario (insieme al Monastero annesso) e in seguito riconsegnata ai Benedettini e riconsacrata, durante la seconda guerra mondiale fu gravemente danneggiata dai bombardamenti.
Ancora oggi sono in corso i lavori di ristrutturazione della cupola, dalla quale si gode di una magnifica vista sulla città. Al centro dell’area presbiteriale spicca l’altare maggiore realizzato con materiali preziosi e intorno gli stalli del coro ligneo scolpiti dal palermitano Nicolò Bagnasco.

Pregevolissimi l’immenso organo in legno e oro di 2916 canne, realizzato da Donato Del Piano, e la grande meridiana, posta nel transetto, costruita nel 1839, celebre per le enormi dimensioni (si estende per circa 40 metri) e per la precisione dei calcoli. Costruita dagli astronomi Wolfrang Sartorius barone di Waltershausen di Gottinga e dal prof. Cristiano Peters di Flensburgo.