Tra la fine del 1239 e l’inizio del 1240, Federico II di Svevia iniziò la costruzione del Castello Ursino, affidato al “praepositus aedificiorum” Riccardo da Lentini. In una lettera del 24 novembre 1239, l’imperatore invitò i catanesi a pagare 200 once d’oro per la costruzione del castello, e poco dopo iniziarono i lavori, forse scatenando una ribellione in città. La costruzione del Castello Ursino faceva parte di una grande fortificazione iniziata da Federico II nella Sicilia orientale negli anni precedenti. Nonostante le difficoltà economiche di quegli anni costrinsero alla sospensione i lavori della maggior parte degli altri castelli siciliani, il Castello di Catania venne edificato in breve tempo su un promontorio a picco sul mare ma occupante anche il centro cittadino. Non più un caposaldo isolato, ma un vero e proprio “tessuto” urbano a protezione della città, nella sua configurazione e sviluppo.
Chi lo visita oggi fa fatica a immaginare la sua originaria posizione strategica. L’eruzione del 1669 alterò il rapporto dell’edificio con il suolo e la sua collocazione all’interno del tessuto urbano, distorcendone la missione originaria. Colate laviche lo circondarono, lasciando la struttura quasi intatta ma interrompendone la funzione militare. Anche il paesaggio del castello è cambiato, diventando meno suggestivo a causa del “livellamento” del terreno. La struttura del castello esprime gli aspetti fondamentali dell’architettura federiciana: una pianta rigorosamente geometrica, definita da un perimetro quadrato con al centro un ampio cortile interno. Una struttura perfettamente regolare e simmetrica, che si ripete, segnata da quattro torri angolari e quattro torri centrali, di cui due rimangono.
La storia del Castello Ursino (l’origine del suo nome è ancora dibattuta) è sempre stata legata ad eventi politici e naturali. È stato utilizzato quasi tutto il tempo da quando è stato costruito. un intero secolo. Il XIII mantenne il carattere di fortezza, divenne poi residenza reale degli Aragonesi (nel castello si tenne il primo parlamento siciliano), e successivamente residenza reale del viceré spagnolo. Fu utilizzato anche come carcere (i graffiti dei prigionieri sono ancora visibili nel cortile) e successivamente come caserma. Restaurato in epoca fascista, il castello ospita dal 1934 la collezione civica delle sezioni archeologiche medievali, rinascimentali e moderne. Il restauro è iniziato nel 1988 con l’obiettivo di restaurare i monumenti di inestimabile patrimonio storico e culturale della città di Catania.
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